Dalla notte del dodici dicembre, fino alla Vigilia di Natale, in Islanda arrivano gli Jólasveinar! Già, ma chi sono?
Nell’articolo della settimana scorsa dedicato alla tradizionale corona dell’avvento islandese avevo già accennato agli jólasveinar. Oggi approfondirò l’argomento presentandovi i folletti del Natale islandese, uno per uno, con i loro nomi bizzarri e le loro altrettanto strane “manie”.
In Islanda non arriva Babbo Natale, ma gli jólasveinar!
C’è da dire che nell’epoca attuale Babbo Natale è diffuso anche in Islanda, tempo addietro però il folklore tradizionale del Natale islandese prevedeva solo l’arrivo di questi gnomi/folletti/orchi terrificanti a partire dalla notte del 13 dicembre fino alla Vigilia. Terrificanti è il termine giusto, perché gli jólasveinar originariamente non erano affatto così “inoffensivi” come li conosciamo adesso: erano creature malvage, più simili ad orchi che a simpatici gnomi dispettosi, e i genitori li sfruttavano addirittura per spaventare i bambini affinché fossero più buoni e soprattutto ubbidienti.
Nel 1746, un decreto del governo islandese vietò ai genitori di sfruttare il folklore per l’educazione – un po’ troppo traumatica – dei propri figli. Da quel momento i tredici jólasveinar mutarono in quelli che conosciamo oggi: non più troll spaventosi bensì simili ai più famosi elfi di Babbo Natale, ma pur sempre dispettosi e con manie singolari.
Chi sono e come appaiono i moderni jólasveinar del Natale islandese:
L’Islanda è un paese magico, sia dal punto di vista paesaggistico che culturale. Le loro credenze sono tra le più affascinanti, originali e durature del Mondo, come gli jólasveinar (letteralmente i ragazzi del natale) che sono mutati nel tempo senza però sparire dal folklore tutt’oggi osservato da una alta percentuale della popolazione islandese.
Come per qualsiasi Nazione, non tutti gli abitanti seguono fedelmente le tradizioni vecchie centinaia di anni, quindi anche in Islanda c’è chi non osserva l’arrivo degli jólasveinar, c’è chi non sforna biscotti speziati, c’è chi non regala libri per Natale passando la notte a dormire anziché a leggere (di questa tradizione parleremo la prossima settimana), c’è chi non crede alle strane creature come gli gnomi, non tutti accendono una candela per ogni domenica d’avvento e quasi nessuno, ormai, attende i giorni più prossimi al 24 dicembre per addobbare un albero di Natale vero. L’Islanda non è solo l’isola degli dei pagani come si è portati a pensare, è anche quella della chiesa luterana e una discreta percentuale della popolazione si reca alla messa di Natale.
Tornando ai nostri amici jólasveinar, ai giorni nostri hanno le sembianze di uno gnomo vestito con abiti contadini e, a partire dalla notte del 12 dicembre, una alla volta scendono dalla montagna che sovrastra la capitale Reykjavík per intrufolarsi nelle case col preciso scopo di saccheggiarle o fare dispetti alla popolazione. I tredici jólasveinar sono tutti figli della malvagia Grýla descritta come una donna corpulenta che va ghiotta della carne dei bambini cattivi (conviene essere buoni per tutto l’anno, se non si vuole finire nel suo calderone che bolle nella grotta!), e del terzo marito Leppalúði che invece è pigro e magrissimo. La famiglia possiede anche un gatto che non si fa scrupoli a rapire tutti coloro i quali non indossano un maglione nuovo per la Vigilia, dal manto nero e con grandi occhi di fuoco Jólakötturinn non è affatto addomesticabile!
Come si chiamano gli gnomi scandinavi: nomi e caratteristiche dei 13 jólasveinar:
- Stekkjastaur: è il primo dei fratelli a fare irruzione nelle case della città, la notte del 12 dicembre. La sua massima aspirazione è spaventare le pecore correndo con le sue gambe di legno!
- Giljagaur: arriva la notte del 13 dicembre ed è un fan del latte appena munto! Per questo motivo, aspetta il momento opportuno per intrufolarsi nelle stalle e rubarlo. Ai giorni nostri, in assenza di una stalla con delle pecore, può persino fare irruzione nelle case per rubarlo dal frigorifero.
- Stúfur: si intrufola nelle case durante la notte del 14 dicembre per rubare e leccare le padelle unte!
- Þvörusleikir: questo jólasveinn (forma singolare di jólasveinar), al contrario del precedente, adora leccare i cucchiai di legno che trova nelle cucine delle varie abitazioni. Scende dalla montagna di proposito la notte del 15 dicembre.
- Pottaskefill: la notte del 16 dicembre andrà di casa in casa in cerca di tegami pieni d’avanzi, e li porterà via!
- Askasleikir: attenzione a dove mettete la ciotola del cane o gatto, durante la notte del 17 dicembre si verificano strani sparizioni! Questo gnomo del Natale islandese, infatti, si apposta sotto al letto e appena andrete a dormire… ZAC! Ruberà il cibo dei vostri amici pelosetti.
- Hurðaskellir: il 18 dicembre è il suo turno per scendere dalla montagna e regalare batticuori notturni a tutti gli abitanti. Nessuno come lui ama sbattere le porte con particolare violenza!
- Skyrgámur: conoscete lo skyr? È il tipico formaggio morbido islandese, di cui questo gnomo va ghiotto al punto da commettere effrazioni per appropiarsene. Quando? La notte del 19 dicembre come ogni anno!
- Bjúgnakrækir: per lui le salsicce sono davvero irresistibili. Il momento migliore per rubarle facendo sfregio alla popolazione? La notte del 20 dicembre, naturtalmente!
- Gluggagægir: è il cleptomane della famiglia ma i suoi sono furti ben calcolati. Durante il giorno infatti si apposta fuori dalla finestra e, appena cala la notte del 21 dicembre, come il più abile dei ladri entra nelle case per rubare quello che ha adocchiato.
- Gáttaþefur: pare che abbia un naso enorme e un olfatto davvero molto sviluppato. Nella notte del 22 dicembre se ne va in giro ad annusare le porte, finché non capta l’odore del pane appena sfornato e allora… indovinate? Entrerà per rubarlo.
- Ketkrókur: per la carne affumicata farebbe di tutto, anche rubarvela dalla dispensa nella notte del 23 dicembre.
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Kertasníkir: è l’ultimo degli jólasveinar a scendere dalla montagna nella notte del 24 dicembre, la Vigilia di Natale. La sua passione sono le candele che porta via in grande quantità e, un tempo, quando le candele venivano fatte con il lardo, si pensa le mangiasse.
Va fatta una precisazione: non tutti gli jólasveinar sanno essere discreti e silenziosi. Essendo dei veri dispettosi, alcuni di loro si impegneranno per spaventarvi di proposito nel bel mezzo del sonno più sereno!
Gli jólasveinar raccontati da Birkir, protagonista maschile, decisamente islandese, del mio romanzo “La metà imperfetta”:
«Guardami Sunday», dice con un tono bisognoso, portandomi l’indice sotto il mento per sollevarmi il viso e voltarmi verso di lui. E quando ha la mia totale attenzione, chiede: «Hai mai sentito parlare degli jólasveinar?»
«Che?», mi sottraggo fulminea al suo tocco.
«Sono i ragazzi del Natale islandese», inizia a spiegare. Io lo ascolto perplessa «La leggenda dice che per tredici sere a partire dalla notte del dodici dicembre – questa – uno jólasveinn diverso passa dalle case degli islandesi per lasciare un dono nella scarpa che i bambini buoni hanno messo sulla finestra, e solo una patata a quelli che non si sono comportati bene. Anche se non è sempre stato così».
«Ah, no?», incrocio le braccia sul petto e incurvo un sopracciglio. Intanto, uno dei miei piedi trema spazientito.
«Un tempo i genitori li citavano per convincere i figli a ubbidire», va avanti lui ottuso come qualsivoglia uomo. Possibile che non captino mai un segnale?! Eccetto quando gli fa comodo, è ovvio, come quella notte durante l’aurora boreale. «Finché non gli è stato vietato dal decreto del 1746, e i tredici jólasveinar mutarono in quelli che conosciamo oggi: non più troll spaventosi bensì simili ai più famosi elfi di Babbo Natale».
«È di questo che mi volevi parlare?», chiedo con un tono furente. Johanna di sicuro si immagina che ci stiamo strappando i vestiti – non che io lo voglia! – e morirebbe dal ridere se sapesse che stiamo parlando degli elfi.
Sono Cinzia, CEO e SEO Copywriter di Tratto Rosa. Gestisco la strategia del sito, coordino il team editoriale e ottimizzo i contenuti per migliorarne la visibilità online.